Cosa bisogna studiare per diventare architetto paesaggista? Il percorso da seguire

Per intraprendere la carriera di architetto paesaggista è necessario seguire un percorso accademico ben definito e altamente specializzato, che offre una solida base teorica, tecnica e pratica nell’ambito dell’architettura, dell’ambiente e della pianificazione del paesaggio. La figura dell’architetto paesaggista non si limita alla progettazione di spazi verdi, ma ingloba competenze interdisciplinari che spaziano dall’ecologia all’urbanistica, dalla normativa edilizia alla sostenibilità, fino all’utilizzo di avanzati strumenti di progettazione digitale.

Percorso universitario: laurea e specializzazione

Il primo passo per diventare architetto paesaggista è la laurea in architettura. Il percorso può essere:

  • Laurea quinquennale a ciclo unico (5 anni), che integra moduli specifici in architettura del paesaggio già dal terzo anno, come avviene in alcuni atenei italiani rilevanti per il settore.
  • Laurea triennale in architettura, seguita da laurea magistrale di secondo livello nella classe LM03 – Architettura del paesaggio o corsi affini come la Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio, spesso offerti in forma interateneo in città come Genova, Torino e Milano.

Durante il percorso accademico è fondamentale scegliere un indirizzo specialistico affine al paesaggio, come architettura del paesaggio, ecologia e pianificazione del paesaggio, progettazione e gestione del territorio, progettazione delle aree verdi o gestione degli ecosistemi agro-forestali. La presenza di corsi laboratoriali e tirocini consente di acquisire competenze pratiche direttamente applicabili nel mondo del lavoro, spesso collaborando in team interdisciplinari.

Abilitazione e iscrizione all’albo: l’iter post laurea

Completato il percorso universitario magistrale, è obbligatorio sostenere e superare l’Esame di Stato che abilita all’esercizio della professione di architetto. Dopo aver ottenuto l’abilitazione, l’iscrizione all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori rappresenta il passaggio imprescindibile per poter lavorare legalmente come architetto paesaggista in Italia.

Le conoscenze richieste dall’esame di stato e richieste dall’albo riguardano:

  • Norme legislative dell’edilizia e dell’urbanistica
  • Sicurezza dei cantieri
  • Conoscenza tecnica strutturale delle opere
  • Capacità di analisi paesaggistica, pianificazione, progettazione e gestione integrata del territorio

Va sottolineato che la professione richiede formazione continua: aggiornamenti costanti su tecnologie, normative ambientali, materiali sostenibili e tendenze internazionali sono solitamente obbligatori e suggeriti dagli Ordini professionali tramite corsi, seminari e workshop.

Competenze tecniche e conoscenze specialistiche

L’architetto paesaggista possiede un ventaglio di competenze trasversali che vengono sviluppate durante il percorso di studi e approfondite nella pratica. Tra le principali capacità richieste emergono:

  • Padronanza dei principali software di progettazione tecnica e digitale, come CAD, AutoCAD e programmi di modellazione 3D; l’utilizzo di queste tecnologie è fondamentale nella presentazione dei progetti e nella gestione di commesse complesse.
  • Capacità di valutazione dei costi, tempi e impatti ambientali dei progetti di paesaggio e di riqualificazione urbana.
  • Conoscenza avanzata della botanica, dell’ecologia e delle scienze ambientali: i progetti di architettura del paesaggio richiedono una selezione accurata delle specie vegetali, attenzione al microclima, al suolo e alla biodiversità.
  • Familiarità con la urbanistica e la pianificazione territoriale, soprattutto per interventi su larga scala o di rigenerazione urbana.
  • Competenze normative, come la conoscenza delle leggi sugli appalti pubblici, le norme edilizie e le recenti direttive europee sulla sostenibilità ambientale.
  • Abilità comunicative e di relazione con enti pubblici, committenti privati e team multidisciplinari.
  • Ottima conoscenza della lingua inglese e dei termini tecnici, sempre più richiesta per accedere a bandi internazionali e collaborazioni estere.

Prospettive professionali e specializzazioni possibili

L’architetto paesaggista trova sbocchi lavorativi molto diversificati sia nel settore pubblico che privato. Fra le principali aree di impiego emergono:

  • Studi di architettura del paesaggio, progettazione di giardini e parchi urbani
  • Pianificazione e sviluppo di aree verdi e parchi territoriali
  • Consulenze per riqualificazioni ambientali e prevenzione del dissesto idrogeologico
  • Collaborazioni con enti pubblici nell’elaborazione di piani regolatori e strumenti urbanistici
  • Progetti di recupero ambientale e di valorizzazione del patrimonio naturalistico e storico
  • Redazione di studi di impatto ambientale e valutazione paesaggistica in ambito edilizio e infrastrutturale

Oltre all’attività tradizionale, è possibile specializzarsi in discipline verticali come la progettazione sostenibile, l’ecologia applicata, il restauro di paesaggi rurali e storici, la consulenza per politiche ambientali o la gestione di grandi spazi pubblici e aree protette.

In sintesi, il percorso per diventare architetto paesaggista combina un iter accademico rigoroso, una forte specializzazione interdisciplinare, l’acquisizione di competenze digitali e normative e un impegno costante nell’aggiornamento professionale. L’attenzione alla sostenibilità, alla qualità progettuale e all’innovazione costituisce la bussola per chi desidera distinguersi in uno dei settori più dinamici, responsabili e strategici dell’architettura contemporanea.

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